La morte a Venezia
Thomas Mann

La morte a venezia

Lo confesso, l’ho abbandonato.
Il mio Kindle segnava il 48% quando ho deciso di lasciar perdere, quindi diciamo che fino a metà sono arrivata.

Trama in breve (Dal sito lafeltrinelli.it): Una Venezia estiva ammorbata da una peste incombente ospita l’inquieto Gustav Aschenbach, famoso scrittore tedesco che ha costruito vita e opera sulla più ostinata fedeltà ai canoni classici dell’etica e dell’estetica. Un sottile impulso lo scuote nel momento in cui compare sulla spiaggia del Lido la spietata bellezza di Tadzio, un ragazzo polacco. Un unico gioco di sguardi, la vergogna della propria decrepitezza, la scelta di imbellettarsi per nasconderla, sono i passi che scandiscono la vicenda. In pieno Novecento, Thomas Mann ha colto e rappresentato la grande cultura borghese in via di dissoluzione, in un’opera emblematica che fonde la perfezione formale con la rappresentazione degli aspetti patologici di quella crisi.

Allora.
Io di pazienza, quando si tratta di libri, ne ho tanta.
Posso sopportare dieci pagine in cui non succede nulla, in cui ci sono solo descrizioni. Sul serio. Io ho letto tutta la descrizione della Cattedrale di Notre-Dame de Paris e quella dello specchio del Nome Della Rosa.
Ma quando per mezzo libro non succede assolutamente nulla, io non ce la faccio.
Lo confesso, sono stata insofferente fin dalle prime pagine. Ci viene presentato il protagonista, Aschenbach. In mezzo libro non si fa altro che dire com’è quest’uomo. Il suo carattere e i suoi pensieri.
Ma mai una volta che ci vengano mostrati!
Insomma, se mi dici che è un uomo laborioso, fammi vedere perché lo è. No. Qui è tutto descritto.
Ho trovato anche la scrittura di difficile comprensione. Okay, so che stiamo parlando di un romanzo del 1912, so che lo stile non è quello di oggi, ci mancherebbe. Però l’ho trovato troppo altisonante, troppo pesante da leggere. Ovviamente qui si parla di traduzione, non avendo la possibilità né la capacità di leggere l’originale, ma questo è il punto.

Insomma, in conclusione, io non sono nemmeno riuscita ad arrivare in fondo. Probabilmente è un limite mio, visto che il libro è tanto osannato, ma veramente non l’ho potuto reggere.
Pertanto no, non lo consiglio per nulla.